lunedì 27 settembre 2010

SPAZZ-INO

Ciao sono Andrea, il nuovo seminarista.
Il sabato e la domenica aiuterò don Pietro…


A raccogliere la spazzatura?

… sì,… anche …”.

Che bello quando incontri qualcuno che con una domanda, innocente, ti riporta con i piedi per terra. Quando la confusione che ti circonda sembra impegnarti i giorni da qui all’eternità e poche parole, semplici parole ti fanno capire quanto sei solo di passaggio, che quello che tu puoi dare di buono deve partire necessariamente dalle cose essenziali, un po' invisibili, ma non tanto da non esserci.
Ho deciso di riportare questa citazione di vita perché mi ha fatto sorridere, vivendola, l’altra sera.
C’è sempre bisogno di qualche piccolo che ci ricorda di tenere i piedi per terra.
Iniziando un nuovo tratto di strada, con gente nuova, in ambienti e luoghi che hanno una loro storia, provvidenziale l’incontro con quei tre bambini che giocavano “ai rigori” e che salutandomi mi hanno ricordato una cosa grandissima:
l’amore passa attraverso le azioni concrete, anche quelle più scomode e meno gratificanti.
Chiamati all’amore, non ad altro!




QUOTATION: “Vado dal macellaio e sono un cliente; dal farmacista e sono un paziente; dal prete un penitente. Sì, ma alla fine: chi sono io?” F. Scanziani

giovedì 23 settembre 2010

CICALEGGIO



C’era una volta Formica. La sua storia è nota. C’era anche Cicala. Anche la sua storia è nota. Questa cantava; quella lavorava. La prima in silenzio, senza mostrare la sua grande laboriosità e fatica. La seconda la fatica non sapeva neppure cosa fosse. Alla fine, si sa, l’appariscente canterina ha un bisogno vitale dell’umile e nascosta stacanovista.
Delle tre versioni (Esopo, Fedro, La Fontaine) mi piace ricordare quella del cantastorie latino. Liceali di tutto il mondo, chi di voi non ha mai tradotto questa versione? Chi di voi non ha incontrato almeno una volta il celebre finale: “Antea canebas, nunc salta!”?
Mi piace però pensare anche a un finale diverso. Sì, perché forse, l’onesta Formica avrebbe potuto ripensare a queste sue parole, guardando con un po’ di rimorso, dallo spioncino della sua porta, la “bella” Cicala camminare a testa bassa verso il rigoroso inverno, con sicuri passi incontro a una lenta e terribile fine. Possibile che tutto quel lavoro così meticoloso, quella fatica così silenziosa, quell’umiltà, che non è mai umiliazione, ma il capire e saper rimanere con i piedi per terra, non gli abbia insegnato il sentimento della compassione?
La Formica che ho in testa io non ci pensa due volte e non fa ripetere l’appello della sua coscienza: apre immediatamente la porta di casa sua e invita con un sorriso la Cicala a condividere le cose belle di casa sua. Un posto caldo, una chiacchierata, la compagnia piacevole: una casa. Perché l'umiltà insegna ad amare meglio.

Spesso ci si ritrova a vivere in luoghi in cui tutto sembra andare bene, tutto è al suo posto, tutto funziona. Se ci si chiede il perché, non si ha una risposta. Se ci si domanda: ma chi ha fatto tutto ciò? nessuno alza la mano per dire: “è merito mio!”. Altre volte non ce lo si chiede neppure: si vive del silenzioso e umile lavoro di qualcun altro, della preziosa (oserei dire santa) fatica di piccole “formiche”. Mentre noi cantiamo e balliamo, la Formica lavora e, alla fine, di questa Formica, abbiamo tutti un estremo bisogno!
Che bello sarebbe poter fare a queste persone straordinarie un regalo: un sorriso, un saluto, un “grazie”.

Se hai avuto la pazienza e la voglia (e il tempo da perdere) di leggere fino a qua, caro lettore, cacciatore di note nel mondo che amiamo, ti vorrei invitare a pensare a quante Formiche aiutano la tua vita e la rendono una piacevole armonia: può essere la mamma, la nonna, una bidella, una “signora delle pulizie”, un amico, un compagno di scuola o collega di lavoro… .
Cerca qualcuna di queste persone e ringraziala, con un sorriso. Ringraziala per il bene che, senza che tu te ne accorga, fa per te ogni giorno.
Dire “grazie” inorgoglisce i superbi, ma fa felici gli umili.
Musica!


QUOTATION: "Senza cielo non si può vivere. Solo con il cielo la terra diventa giardino. Altrimenti resta fango." vescovo Giancarlo

martedì 14 settembre 2010

DI NUOVO...

...valigie!
Ri-parto. Un po’ emozionato, alla fine di questa estate. Dicono che l’estate sia tempo libero. A me sembra “solo” una stagione. Per me non finisce la libertà e non finiscono le belle giornate. Certo aumenta il tempo per il dovere e le varie scadenze. Ma è la vita ad essere fatta anche di doveri e anche di scadenze.
Strano pensare alle partenze e al momento dell’ “arrivederci”. Ogni arrivederci, in fondo, nasconde una ferita. Se non altro c’è la ferita di un distacco, di una separazione, anche solo momentanea. Ci si augura reciprocamente, con una stretta di mano, o magari con un abbraccio pieno di emozione, di poter fissare ancora qualche istante di vita, insieme, di vedersi, di guardarsi reciprocamente negli occhi, perdendosi nell’infinito mistero che per noi è l’altro.
Scrivo nella stessa stanza in cui ho scritto un post all’inizio di quest’estate. Aspetto di vedere questo tramonto e poi… ricomincio da Cinque!
Grazie a tutti: dai giovani con i tamburi rossi, alle gabbianelle che vogliono volare! Se siamo “belle persone” è perché siamo importanti, per qualcuno siamo preziosi, per Qualcuno davvero…we are golden!



QUOTATION: "Solo gli amori veri e grandi "obbligano" alla fedeltà" Alessandro D'Avenia

venerdì 10 settembre 2010

VOLARE, VOLARE

Essere alla vigilia di qualcosa lascia sempre un po’ di emozione. Molti di noi (è un noi legame-relazione, che racchiude un po’ le tante persone che conosco) stanno vivendo l’esperienza della vigilia. Chi per la scuola, chi per l’università (che è sempre scuola), chi per il lavoro o per un colloquio importante. Qualcuno, spero tutti, per una promessa che domenica farà sul Vangelo di Gesù. La promessa di una fiducia, di un’amicizia che continua, ma in qualche modo ri-comincia di nuovo, come nuove sono le cose che vengono dal credere a quella notizia.
Siamo alla vigilia di un nuovo anno lavorativo, secondo il calcolo scolastico dei nostri ritmi di vita che ha capodanni settembrini per anni che durano quanto l’attesa di una nuova vita.
Qualcuno vive la vigilia di una partenza (me compreso) in stile ri-partenza. Quando la vita chiede di essere lesti e pronti nel lasciare case e campi e andare altrove. Valigie pronte, scatoloni, libri che si ammucchiano in ogni spazio libero. Ricordi a fiumi e quasi la voglia di pensare a cosa fare domani qui, sapendo che presto, per tanto o poco tempo, non saremo più qui.
Le vigilie importanti, vivacchiando di passato, sentono la nostalgia del futuro e invitano al cammino. Verso dove non tutti lo sanno. Fiduciosi, però, di camminare dietro a Qualcuno che la strada la conosce molto bene.


A chi parte, a chi incomincia, a chi sta per iniziare.


QUOTATION: “La gioventù rimane comunque l’età in cui si è alla ricerca della vita più grande” Benedetto 16

martedì 7 settembre 2010

VITA NON È FACCIA



Triste vedere come i link(s) di Facebook si stiano sempre di più ripetendo, sempre più svuotando di senso, sempre più riempiendosi di retorica di basso livello, sempre più gonfiandosi di bassa filosofia da dopopranzo, frutto di digestioni lente e dolorose.
Preoccupante leggere il “mi piace” sotto frasi, pareri, commenti senza un briciolo di spessore.
Ogni volta che “accediamo su Facebook..cerchiamo frasi o esperienze in cui ritrovarci”. Già, a scapito della vita vissuta, però!
Grandi parole, emozioni, promesse; scritte e che rimangono tali, solo scritte, su un rullo di carta virtuale bianca, che sembra non finire mai.
Qualche giorno fa ho provato a tornare indietro nel tempo: ho cercato i miei primi “a cosa stai pensando”. La maggior parte di questi miei “pensieri” sono stati eliminati, cancellati, resi nulla, resi niente.
Poco dopo ho cercato di far ragionare un adolescente sulla stupidità di un link che aveva condiviso.
Tutto inutile. Più rigido di un conservatore old style. E, per di più, il “quadrato di mente” ero io, che usavo la testa e non il mouse…

M., A cosa stai pensando?
ho 15 anni, ho l’età per non pensare a niente

Effetto Facebook, effetto niente.
p.s.: essere stanchi del niente di cui troppe vite son piene non vuol dire essere moralisti, ma amanti della vita vera!


QUOTATION: “Per vivere non basta non morire”, Sia fatta la tua volontà, Stefano Baldi