giovedì 24 maggio 2012

MESE DI MAGGIO

Mese di maggio. Mese di fiori, del primo vero caldo, di interrogazioni, di compiti in classe. Maggio è il mese di cresime, prime comunioni e matrimoni. Mese che fa sognare l’estate e, almeno per me, almeno per quest’anno, è un mese di grande fretta. Maggio è anche il mese dedicato a Maria, la mamma di Gesù.
Nel mese di maggio, in diverse parti del mondo, alcuni cristiani si trovano per rivolgere a Maria la loro preghiera con la recita del Rosario, una preghiera strana: nel nome contiene dei fiori, nella pratica si usano dei grani, con la voce si ripetono le stesse parole per tante e tante volte. Sembra noiosa. 
Non lo è! 

L’altra sera, parlando a un folto gruppo di persone ritrovate per la recita del rosario (giovani e non), ho pensato di ricordare loro che il ripetere le stesse parole per tante volte non è poi così noioso, se quello che diciamo parte dal cuore. 
È noioso ripetere tante volte le stesse parole di bene, di affetto, di amore a una persona che amiamo? 
È noioso ripetere il nome della ragazza di cui si è innamorati, dei figli che si hanno, degli amici che non tradiscono mai? 

È noioso ripetere tante volte lo stesso nome della nostra mamma, l’unica donna sulla faccia della terra ad essere sempre bella e sempre fedele? 

La risposta mi sa che è no. 

Ah, dimenticavo.. 
Maggio è anche il mese della festa della mamma. 


Capisco che ogni Avemaria, ogni saluto alla Vergine, è un nuovo palpito di un cuore innamorato...
Il Rosario non lo si recita solo con le labbra, biascicando una dietro l'altra le avemarie. 
Questo è il borbottìo delle bigotte e dei bigotti. 
Per un cristiano, l'orazione vocale deve radicarsi nel cuore, 
in modo che, durante la recita del Rosario, 
la mente possa addentrarsi nella contemplazione di ciascuno dei misteri.” 
J. Escrivà

domenica 20 maggio 2012

EPPURE CREDO ANCORA CHE L'AMORE VINCERA'

Mi addormento e faccio un sogno.
Immagino di aprire il giornale di oggi e trovo, purtroppo, notizie non proprio incoraggianti. 
C'è chi, in questi giorni, ha voluto ancora spargere sangue innocente. Qualcuno che non conosce la bellezza della vita, tanto da volerla togliere agli altri. 
C'è chi, in questi giorni, ha perso la casa, perché quelle forze misteriose che governano questo universo, nel cuore della notte, hanno manifestato all'uomo la loro forza. 
C'è chi, in questi giorni, ha celebrato il sacramento della Cresima. Qualcuno non vedeva l'ora di questi giorni. Forse solo per smettere di venire a catechismo o a messa. 
C'è chi, in questi giorni, ha avuto la possibilità di eleggere i suoi rappresentati politici, ma è talmente sfiduciato da aver scelto di non avvalersi di quel sacrosanto diritto per il quale i nostri padri e nonni hanno dato la vita. 
C'è chi perde il lavoro. 
C'è chi non lo trova. 
C'è chi non sa trovare una via d'uscita ai troppi problemi e decide di togliersi la vita. 
C'è chi parla per niente, perché pensa che "libertà" sia sinonimo di "dire e fare quello che si vuole" o "dire e fare quello che si pensa". Così, di tutta l'erba, si fa il solito triste e infausto fascio. 
C'è chi si crede grande, perché dice le parolacce, si sente figo e si veste alla moda. 
C'è chi continua a pensare e ad insegnare che i furbi sono quelli che stanno meglio. Io i furbi non li sopporto!
C'è chi ancora copre e difende la mafia, qualsiasi nome abbia. Tra qualche giorno son vent'anni che Falcone è morto. Non è cambiato nulla. Non sta cambiando nulla. 
C'è chi va a scuola perché si sente obbligato e con orgoglio pensa e dice: "cosa vuoi che mi servano quelle cose nella vita?". In Africa un bambino camminerebbe per ore per andare a studiare quelle cose.
C'è chi a tre anni gioca a Fruit Ninja sullo smart phone di papà e a cinque passa il pranzo con la psp in mano. Io non ne posso più di mail, notifiche e squilli di cellulare. 
C'è chi si indigna. E viene preso per moralista, bigotto, antiquato. 
C'è tutto questo e molto altro nel giornale di oggi. 


Eppure credo ancora che l'amore vincerà. 


venerdì 4 maggio 2012

DOVE DUE AMICI SI ABBRACCIANO SBOCCIANO LE MARGHERITE



Fino a che uno non si compromette,
c'è esitazione, possibilità di tornare indietro,
e sempre inefficacia. Rispetto ad ogni atto di iniziativa e creazione, 
c'è solo una verità elementare,
l'ignorarla uccide innumerevoli idee e splendidi piani. 
Nel momento in cui uno si compromette definitivamente
anche la provvidenza si muove. 
Ogni sorta di cose accade per aiutare, 
cose che altrimenti non sarebbero mai accadute. 
Una corrente di eventi ha inizio dalla decisione, 
facendo sorgere a nostro favore 
ogni tipo di incidenti imprevedibili, 
incontri e assistenza materiale, che nessuno avrebbe sognato
potessero venire in questo modo. 
Tutto quello che puoi fare,
o sognare di poter fare
incomincialo. 
Il coraggio ha in sé il genio, potere e magia. 
Incomincialo adesso... 
 Johann Wolfgang von Goethe, Faust 

Partendo da questo testo, trovato come citazione in un libro che sto leggendo, penso ad alcuni fatti che mi sono capitati ultimamente in giro per il mondo, tra le mie tante "case", per capirne il loro perché. Incomincio a riflettere e a pensare, sostenuto da una convinzione che mi porto dietro da un po' di tempo: in questo tempo di crisi, in questa notte tenebrosa dentro e fuori dell'uomo, una delle responsabilità più grandi che abbiamo è quella degli abbracci. Impotenti davanti alle mastodontiche problematiche sociali, delusi o disillusi da alcune (troppe) relazioni superficiali, schiacciati dal peso di fatiche interiori, possiamo  considerare l'abbraccio come il gesto per donare e ricevere ciò di cui abbiamo veramente bisogno: la presenza di qualcuno, al nostro fianco, con il quale condividere la fatica della vita. Perché i nostri problemi non li risolve nessuno, se non noi stessi, ma l'avere qualcuno che semplicemente ci ricorda che vale la pena lottare, fa apparire la realtà illuminata da una luce nuova. 
L'abbraccio compromette con l'altro; dona vita a braccia aperte e l'accoglie nel grembo di chi la dona. Non sempre dice un bisogno reale, vero, di vita. Spesso è abitudine, altre volte è moda. Ma quando è sincero, un abbraccio è capace di ricaricare di ogni energia esaurita, è capace di dissipare tutte le nebbie della tristezza e del cinismo. Allontana la paura di vivere, il timore di aprire le pesanti ali dell'esistenza. Fa passare ogni mostro che tenta di divorare la parte più bella del nostro cuore. 
Un abbraccio perdona. Un abbraccio ama. Un abbraccio dona vita.



E là dove due amici si abbracciano
sbocciano le margherite. 







giovedì 3 maggio 2012

"NON LA PASSERETE LISCIA!"

Nei giorni scorsi si è finalmente concretizzato un desiderio che portavo nel cuore da tanto tempo: portare i ragazzi che il Signore mi ha affidato in uno dei luoghi che più ha segnato la mia vita e, in qualche modo, l’ha cambiata per sempre. Ho chiesto a loro, mesi fa, la disponibilità a visitare la città di Perugia, seguendo alcune orme, non tanto note, del santo di Assisi, il frate Francesco, poverello amico di passeri e lupi e di sorella nostra Povertà. Alcuni hanno risposto all’invito e siamo così partiti per capire in che modo complicarci un po’ l’unico ponte di vacanza nel calendario scolastico di quest’anno. Sono tornato insieme a loro dopo esserci stato dieci anni fa, quando avevo la loro stessa età, quando provavo le loro stesse sensazioni, quando mi divertivo nello stesso modo in cui si divertono loro, quando avevo le stesse paure, gli stessi sogni, la stessa voglia di essere felice. Li ho accompagnati, aiutato dalla preziosissima presenza dei loro educatori, sulle strade della celebre Gubbio, la città in cui il lupo è diventato più mansueto di un agnello, a scoprire la bellezza di alcune vite spese unicamente per l’unica cosa che conta, Dio. Vite abbondantemente donate a Lui, quasi “sprecate”, come l’olio di nardo contenuto in quel prezioso vasetto di alabastro, che l’amore di una donna non ha esitato a infrangere per onorare l’uomo da lei amato. Donne che da anni vivono un po’ nascoste dal mondo per cercare nel silenzio e nella meditazione l’Amore e la Luce che vengono solo da Dio. Amore e Luce che uscivano dai loro occhi e che hanno illuminato per più di un’ora quei ragazzi un po’ stanchi da un viaggio iniziato quando ancora il sole non era sorto. Amore e Luce che li ha resi un po’ più belli. Perché l’Amore e la Luce che vengono da Dio, se respirati anche solo per un istante, donano la bellezza del cuore e anche del volto. Non lo dico io, che posso essere di parte nei loro confronti. Lo hanno detto proprio loro, queste due piccole sorelle del Signore, che vivono alla maniera di santa Chiara. Lo hanno detto anche quelle gentili persone che hanno cucinato per noi e quelle che ci hanno ospitato presso un monastero, in cima a un ripido monte. Lo ha detto anche un semplice e anziano fraticello, che seppur non proprio intonato, ha saputo ricordaci che “son più pericolosi i lupi a due gambe di quelli a quattro”. E, di questa bellezza che li ha un po’ cambiati, se ne sono accorti anche loro. Li ho visti attenti, anche a tarda sera, dopo una giornata davvero faticosa, quando due frati li hanno provocati a riflettere su quanta dignità ha la loro vita: “tu sei un re!”, “tu sei una regina!”, non si spreca la vita di un re o di una regina, ma si farà di tutto per renderla preziosamente bella e piena! 
Non so cosa abbiano ritenuto più importante in quei tre giorni. A vederli più belli, più buoni, più veri mi sono commosso e ho potuto dire grazie a quel cielo, che ancora una volta, dopo dieci anni, mi ha riempito la vita di doni, anche inaspettati e un po’ casuali. Ma se è vero - come è vero - che il caso non esiste, il nostro grazie sale ancora una volta a quell’Amore che dal cielo continua a riempirci la vita di gioia.



Grazie, Perugia! 
Grazie, ragazzi!  
E grazie a te, frate Francesco!