venerdì 30 luglio 2010

BALLA O MUORI


Balla o muori!
La parata dell’amore. Musica e Amore i protagonisti. Come tante altre volte, quasi complici, di sicuro amanti. L’una e l’altro ispiratori delle gemme più belle dell’uomo: pensieri, sinfonie, versi, poesie, canzoni, libri. Vite!
Questa volta l’assordante musica e il manifestato amore hanno portato dolore e pianto. Morte.
Dicono che non ci saranno più parate dell’amore. Non ci saranno più manifestazioni di evasione dalla vita, di sballo dalla noia, di volumi che riempiono il silenzio delle esistenze. Sarà lasciato un vuoto.
Un vuoto da riempire.
Speriamo con Musica. Speriamo con Amore.


QUOTATION: "Raccontare la vita di un uomo non è forse una preghiera?" G.S., Venere privata

mercoledì 28 luglio 2010

GIROTONDO

Trasloco una cosa. L'avevo già pubblicata di là, nel reparto trigonometria.
Ma voglio che stia anche qua attraverso tutte le note

Pensiero condensato e concentrato romano

fuori piove…
e dentro molti non hanno di che coprirsi…
ma, un po’ da egoista, non soffro il loro freddo.
però succede che girando l’angolo

si incrocia lo sguardo di qualcuno.
quel qualcuno dal bus ti ha guardato,
ma poi ha continuato, giustamente la sua vita…

uno studente, o forse un viandante
pronto a scendere alla fermata.
fuori piove, e dentro molti non han di che coprirsi
ma mi sento più felice…
la vita, mia e di quel fratello, va avanti!

sarà il caso che io ritorni, dentro,
con gl’ altri, che nonostante tutto
continuiamo, felicemente la nostra vita…


QUOTATION: "se lo cerchi scoprirai che l'amore davvero è dappertutto!" Love actually is all around

martedì 27 luglio 2010

LUMACA

Meditando insieme ai miei bernoccoli ho capito una cosa:
la vertigine fa paura.


C’è un po’ di vertigine a guardare verso il basso. Da un precipizio, da un balcone al settimo piano, dal tetto della cattedrale verso piazza Duomo, dalle vette dei monti più belli del mondo verso terra…
C’è un po’ di vertigine a guardare anche verso l’alto. In mezzo al campo di uno stadio, verso il cielo, il nero azzurro cielo, verso l’infinito. Lo sguardo si perde e si mischia ai pensieri. Così smetti di guardare e cominci a pensare. Ma presto smetti anche di pensare.
C’è un po’ di vertigine a guardare dentro gli occhi di una persona: resisti qualche secondo, senza prestarci attenzione. Appena capisci quello che stai facendo cerchi un diversivo. Guardi per terra, le tue mani, la stanza in cui sei, qualche dettaglio del suo vestito…

Guardo fuori dalla finestra di camera mia e vedo in strada due bimbi che si fissano, tutti seri. Da un momento all’altro si mettono le mani addosso. E invece no: a poco a poco uno dei due incomincia a sorridere e poi esplode: ride!
I bambini hanno inventato un gioco. Il “gioco della vertigine”.
Perché ai bambini la vertigine non fa paura, fa ridere!



QUOTATION: “Il tempo s’infutura nel totale” E. Montale - Gerarchie

domenica 25 luglio 2010

PRECIPITEVOLISSIMEVOLMENTE

È il caso di farne tesoro, dati i bernoccoli che ho in testa…

« Come gonfio pallon che spesso balza
Quando è caduto, e vien gettato al piano
O che talor verso le stelle incalza
Di esperto giocator possente mano,
E da tal forza spinto assai s'inalza
Verso del cielo, ed il fermarsi è vano,
Perché alla terra alfin torna repente
Precipitevolissimevolmente

Così fa l'uom che a sommi gradi aspira,
E che superbo al merto altrui non cede,
Come s'avanza, incalza, ascende e gira
Con desìo di fermare in alto il piede.
Ma caduto ch'egli è, piange e sospira
Le perdute grandezze, e alfin si vede
In vece di portar corona e scetro
Sotto la più vil veste in un ferètro »

(Francesco Moneti, Cortona Convertita, canto III, LXV-LXVI)




QUOTATION: "Io metto la maschera di Spider-man solo per nascondere il naso! tu vieni come vuoi.." sms di Johnny

venerdì 23 luglio 2010

SPICCHI DI MELA

Che sia un ghiacciolo o una albicocca o, perché no?, una mela, non importa.
Fermarsi e gustare il bello che una persona ti regala non ha paragoni. Non c’è afa o freddo che tengano. Su una panchina, in strada, sotto un albero o in riva a un lago; rispondendo a una lettera che arriva dall’altra parte del mondo o a un sms di un’ amica preoccupata per il suo migliore amico. La gioia di chi scopre la sua strada, l’inquietudine di chi ancora la sta cercando.
E poi… note, musica. Un po' di pioggia, un po' di vento, le ultime cicale...
È possibile tutto questo in una sola giornata?


QUOTATION: “…e la verità è la morte, tutto meno che la verità in un tribunale, in un processo. E anche nella vita.” Giorgio Scerbanenco, Venere Privata

giovedì 22 luglio 2010

TEMPI MODERNI

Chiedo a qualcuno cosa sia l’abitudine.
Ricevo una risposta: l’abitudine è una brutta storia.

Le brutte storie sono forse quelle che finiscono male? Ma l’abitudine non fa finire le cose. O si? Le esaspera fino a farle continuare all’infinito. Forse l’infinito ha una fine. Proprio la non fine è la fine dell’infinito.
La brutta storia dell’abitudine sembra funzionare come la nebbia. Ma non poca. Tanta! La tanta nebbia padana, che non ti fa vedere, in certe serate di ottobre-novembre, neanche la punta delle tue scarpe.
Non sai più così provi. Vai in automatico. Senza pensare. Nessuna emozione, nessun sentire, nessun pensiero in azione. L’uomo della strada direbbe: “agisci senza pensare”. Già, azione senza pensiero.
Una cosa negativa, tranne che in amore. In molti raffinati gesti di cuore non c’è pensiero, non c’è ragione. Un innamorato non pensa prima di comprare mille e mille rose per la sua amata. Le compra. Non pensa al prezzo (o alle conseguenze di una tale spesa) e nemmeno all’utilità di tutti quei fiori… .
Per qualcuno abitudine è vivere il quotidiano: il comodo fluire del tempo o la drammatica schiavitù di poche mura, di pochi sogni, di pochi colori sulla propria tavolozza. Insomma è un filmato in bianco e nero, senza audio, nell’era dell’HD digitale.
Per Giovanni Drogo l’abitudine era una fortezza, la fortezza Bastiani. Un bastione che doveva difendere dal nemico, quello che arriva da lontano, lo straniero, il diverso, i Tartari. Da quanti Tartari ci si difende ogni giorno, per abitudine! Poveri loro. E il soldato Drogo alla fine muore. Nell’abitudine di un’attesa che non lo ha mai fatto vivere realmente. Un vestito un po’ stretto, scomodo, una divisa che lega alle pietre.


Si, è vero: l’abitudine è una brutta storia!



QUOTATION: "A un certo punto Sneijder ha sognato di fare gol anche bendato e con i ceppi alle caviglie" Luca Valdiserri - Corriere della Sera, mar 13 luglio 2010

domenica 18 luglio 2010

DOLCE AMARO

Breve sosta all’ombra, si fa per dire. Un ghiacciolo. Dal sapore dolce-amaro.
Ho due flash oggi. Due immagini, due files salvati nella cartella “ricordi preziosi”.
Si parla di abbracci. Abbracci visti, gustati, provati. Abbracci ricordati, insegnati, desiderati.

Immaginate...
Una bimba abbraccia il suo papà dopo avergli detto: “Grazie per questa vacanza!”.
Un padre, piangendo, abbraccia suo figlio. Vorrebbe farlo, ma non può più. E allora con un dito si tocca il petto, sul cuore, poi le labbra, per inviare un bacio al cielo, riverente come di fronte a un principe persiano.
Pensiero felice” dice, prima di salutarmi, ancora in lacrime. Lo indica con l’indice: “È il mio maestro, mio figlio!”.


Ciao Tommy, è stato bello venire a trovarti. Ricordati che qualcuno aspetta un fiore da te!

QUOTATION: "gli uomini han tutti bisogno dei numi" Odissea III,48

domenica 11 luglio 2010

11 P.M.


23 anni…
Solo pochi mesi fa (276), una notte, dicono meno calda di questa, qualcuno volava in macchina verso un ospedale.
Sono passati 8.395 giorni da quella notte. Caspita!!
Non so cosa ho fatto di queste 201.480 ore. Spero di non aver perso troppo tempo. Sicuramente l’ho fatto! Mi sono spesso fermato a misurare il tempo che passava. Ho pensato molte volte che un minuto non è niente. In fondo sono solo 60 secondi. Quante volte ho contato i minuti passare, per addormentarmi la notte, per sentire finalmente la campanella di fine ora, per calcolare quanto tempo mancava all’incontro di una persona importante (anche se forse, per quest’ultimo caso, mi sa che sono stati gli altri, le persone importanti, a contare i minuti passati dopo l’ora fissata per l’appuntamento..).

Di tutto questo tempo, dei miei 12.088.800 minuti ringrazio il buon Dio, ringrazio Mamma e Papà. E ovviamente la valanga di persone che mi amano, hanno amato e mi ameranno.
E perché no? anche quelli che non lo hanno fatto ;)
“Solo l’amore - l’Amore - è credibile!”
aNdRe

QUOTATION “Non nova, sed nove!

sabato 10 luglio 2010

UN GHIACCIOLO ALL’AMARENA



Ho scoperto che non sono l’unico ad avere un’agend-ina delle cose della vita. Ho scoperto che non sono l’unico ad averla rossa. Mi hanno detto che anche un grande uomo, un magistrato, Paolo, aveva un’agenda rossa. Certo più seria la sua. Così seria che pare l’abbiano fatta sparire!
La mia, per fortuna, c’è ancora e si riempie, giorno dopo giorno, di schegge di vita. Sempre in tasca. Più comoda e fedele di un notebook o di qualsiasi altra invenzione della mela morsicata…
Nei giorni scorsi ero in montagna (o in un deserto, non ricordo) e con altri straordinari compagni di viaggio ho rivissuto l’antichissima avventura dell’uscita di un popolo dalla sua schiavitù, l’uscita di Israele dall’Egitto di Faraone, la scelta non facile dell’uomo che decide di affidarsi a un cammino pieno di insidie e pericoli; che, senza cibo né acqua, sfida il deserto per arrivare nella Terra che Adonay promette, ma che neppure all’orizzonte sembra intravvedersi. La storia dell’amicizia faticosa tra Dio e il suo popolo.
La storia dell’amicizia tra Dio e l’uomo.
La storia dell’Alleanza che ancora oggi dura, tra le difficoltà, i nemici, le piaghe, le persecuzioni, la fame, la sete, i deserti del terzo millennio. Perché quel Mosè dalla vita così strapazzata siamo, in fondo, un po’ tutti noi. Noi che riusciamo soltanto a balbettare i desideri più veri del nostro cuore e che non sempre riconosciamo la presenza della sua figura. Abbiamo bisogno di qualcuno o qualcosa che parli per noi, che pensi per noi, che provi emozioni per noi… . Noi che non vediamo nuvole o colonne di fuoco che riparano dal sole al mezzogiorno o che guidano il cammino nelle notti buie del nostro vivere; noi che ci lamentiamo se piove e se non piove; noi che viviamo l’inverno desiderando l’estate e d’estate ci lamentiamo del caldo, troppo caldo sole: mormorazioni e messe alla prova.
Ma alla fine quell’oasi, quella promessa si mantiene sempre!

Tra una cosa e l’altra in questa strana giornata di “forzato riposo” (la febbre in estate è una cosa brutta!), prima di ripartire per un altro viaggio, mi sembra bello fissare questi momenti. Così da poterli rivivere un giorno. Sono solo brevi parole. Penso di andare avanti un po’ così, in queste settimane. A brevi e rapidi assaggi di vita. Come la pausa ghiacciolo: breve e rapida, gustosa e dissetante.

E allora ecco la pausa ghiacciolo di questa afosa vigilia.
aNdRe

QUOTATION:“Sai che la sofferenza d’amore non si cura, se non con la presenza della sua figura…” Giuni Russo, La sua figura

sabato 3 luglio 2010

VALIGIE

È la sera prima della partenza. Una nuova partenza.
Ho lasciato la mia mongolfiera con i motori ancora accesi. Ieri ho concluso una breve, ma intensa e bella avventura. I miei compagni di viaggio: bambini, ragazzi e adolescenti. Per tre settimane, su un campo di sabbia rossiccia. Tanta polvere e sudore. Del resto è il cibo e la bevanda di chi vuole lavorare in questa milanese vigna.

Ho lasciato i “miei” ragazzi, una vera e propria task force di animatori, consegnando nelle loro mani alcune parole. Scritte. Per non essere prolisso. Li ho già riempiti di tante parole. Chissà che noia!
Ho voluto regalare loro le ultime frasi di un libro straordinario. La storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare.

Con loro ho fatto pochi passi. Pochi scalini del campanile. Magari un giorno arriveranno in cima, accanto alle campane. Sicuramente avranno paura. È umano averla.
Avranno paura la sera prima della maturità. Avranno paura quando il primo giorno di liceo nessuno si vorrà sedere da parte a loro. Temeranno terribili debiti (o rimandi a settembre). Tremeranno quando si innamoreranno. Ma quella non sarà più paura, quello sarà amore.
Allora si innamoreranno. Di giocare a calcio, di perdere tempo con gli amici, di fermarsi di notte, in piazza o su un prato, a guardare le stelle. Si innamoreranno di una ragazza, che farà battere il loro cuore o di un ragazzo che le farà sognare. I sogni. Sì, anche i sogni.
Paura, amore, sogni…





Ma un bel giorno si lasceranno andare. Spiccheranno il volo verso il loro futuro. Proprio come Fifì. Allora saranno uomini, allora saranno donne. Veri uomini e vere donne. Se sapranno camminare sulla terra senza farsi atterrare da nessuno e se sapranno guardare al cielo non come a un grande nemico dal quale scappare ma come il luogo verso il quale volare con coraggio! Osate! Vola solo chi osa farlo!
Ve lo auguro, ragazzi. Buona vita, e grazie!

aNdRe

QUOTATION: “Guardi prima a destra o a sinistra, quando attraversi la strada?” “Ma che domande: si guarda sempre prima a Sud!” Giuseppe…