venerdì 8 luglio 2011

COLPE E SCUSE

Alcuni pensieri sparsi, che raccolgo alla fine di queste giornate intense di “lavoro”. Le virgolette ci sono, perché i più pensano che il nostro non sia un lavoro. Molti altri invece pensano proprio che lo sia. Io, per il momento, non so come definirlo: nessuno mi paga, ma niente mi appaga così tanto. Sempre e comunque: nonostante tutto!
Ho sperimentato, ancora una volta, come le fatiche più grandi che si vivono a lavorar con i più piccoli derivino dal fatto che alle loro spalle c’è ben poco. Sembrerò irriverente, maleducato, spavaldo, politicamente scorretto. Ma non sono mie idee, è la realtà che parla. Anzi, sono proprio questi bamb-ini che parlano e che dicono: “Se sono così è perché i miei genitori sono così!”. È capitato anche oggi, con un bimbo di sei anni, molto, molto, molto vivace. Alla mia domanda: “perché fai così?” lui mi ha risposto con gli occhi un po’ lucidi per aver capito il suo errore: “è il mio papà che fa così e io faccio come lui!”.
E così, non per mia tracotanza, ma per le parole stesse dei bamb-ini, posso affermare che la colpa (se di colpa si può o si deve parlare) è tutta dei genitori! Sempre!
Mi spiace. Per i bamb-ini, ovviamente!
Glisso velocemente da questa spina pungente e pongo l’accento su una cosa bella, che i bamb-ini, a differenza dei grandi (e quindi di alcuni genitori), sanno fare benissimo e dai quali dovremmo tutti imparare. Mi riferisco alla loro capacità di “fare la pace”. Ho assistito negli ultimi due giorni a diversi battibecchi tra piccoli, puntualmente interrotti e ripresi con gli interessati. Poi, dopo essermi assicurato che entrambe le parti avessero capito lo sbaglio, ho lasciato che da soli, naturalmente, risolvessero le trattative per l’armistizio e la firma dei trattati di pace.
Mi sono commosso. Più volte!
I bamb-ini non fanno la pace per farsi vedere.
I bamb-ini non fanno la pace perché le circostanze lo esigono.
I bamb-ini fanno la pace seriamente, perché ne hanno estremo bisogno; non scherzano quando si chiedono: “scusa”, addolorati per il male che hanno fatto all’altro. La loro man-ina tesa in avanti è piena di domande. Si chiedono se l’altro sia disponibile a perdonarli. Si chiedono cosa fare per rimediare ai danni. Si chiedono se potranno mai ritornare a giocare insieme, sperando di trovarsi davanti un sorriso e una mano amica che gli proponga bellissimi giochi. Perché la vita dei bamb-ini non è un gioco, ma procede tutta dentro un unico grande gioco: quello della vita. Ecco perché i grandi, quelli un po’ troppo occupati, non capiscono molto i bimbi e per accontentarli nei loro puntuali e quotidiani capricci regalano loro “giochi”, mentre raramente si mettono a giocare con loro, capendo veramente le regole del gioco. Le regole della vita semplice. Non di quella facile.

La colpa sembra essere dei genitori, ma a chiedere scusa son sempre i bambini!

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