lunedì 1 agosto 2011

IL SOLE DENTRO, ovvero IL PIÙ GRANDE SPETTACOLO DOPO IL BIG BANG

Oggi analisi del testo. Alla mia maniera.
Titolo:

"Il più grande spettacolo dopo il big bang




Il bello degli esseri umani è la loro capacità di amare e di lasciarsi amare.
Il brutto degli esseri umani è quando non fanno l’uno e non permettono l’altro.
La fortuna degli esseri umani è quella di poter “fare”, nel senso di vivere, sperimentare, donare, far sentire amore a bassissimo costo. Praticamente gratis!
Per amare, ce lo insegna il buon Dio, bisogna sempre essere in tre, perché i soggetti dell’amare

siamo noi, io e te!

Sì: noi, io e te. Io che scrivo e tu che leggi e noi insieme. Tu che leggi e la tua fidanzata e voi insieme. Tuo fratello e il suo migliore amico e loro insieme. Il migliore amico di tuo fratello e la sua mamma e loro due insieme. Et cetera, et cetera… e loro insieme.
La ricchezza dell’uomo è che può passare la sua vita ad amare.
La sua povertà è tutte le volte in cui si astiene dal farlo. Non serve essere pronti per amare, non bisogna studiarlo da qualche parte. Occorre solo cominciare. Un po’ come quando uno prende in mano

la chitarra senza saper suonare”.

Il caro Lorenzo penso sia in grado di esprimere bene questo pensiero che mi porto dentro da molto tempo. La fortuna dell’uomo è che ha un solo cuore per amare. Penso sia uno dei pochi casi in cui una sola unità vuol dire ricchezza.
Per capirlo va provato. Per provarlo va vissuto. Per viverlo bisogna “starci dentro”, dalla testa ai piedi, inzuppati fradici. Anche le lacrime fanno bene, se occorrono. Voler bene fino alle lacrime. Piangere perché si è sentito il bene, il bello, il vero. Emozionarsi perché si è toccata la gioia. Proprio come a Natale, quando chi riesce ancora a sognare si emoziona davanti al bene che tenta di farsi strada in un mondo di buio e di maschere, che tenta di nascere in ogni vita, più o meno complicata, più o meno felice.
Chi non si lascia toccare dalla gioia, a Natale come in estate, non riesce a toccarla.
E allora da qui nasce l’invidia, la nostalgia, l’incredulità, lo scoraggiamento, la lamentela, la rabbia, l’irragionevolezza di pensieri, parole e azioni, che non fanno il bene di nessuno. Da qui nascono anche i vizi, quelli che si istituiscono al rispondere sempre “” al capriccio di un bambino, l’inizio della sua rovina. Chi non tocca la gioia non vuole che altri stiano nella gioia. E che fanno? Mormorano. Ma chi riesce a toccarla non si ferma davanti a niente.
Altro che..

..musica, altro che il Colosseo,
altro che America, altro che l'exstasi,
altro che nevica, altro che Rolling Stones,
altro che football...
altro che Lady Gaga, altro che oceani,
altro che argento e oro, altro che il sabato,
altro che le astronavi, altro che la tv,
altro che chiacchiere..”.

Si, chiacchiere. Solo chiacchiere. Il miracolo al quale abbiamo assistito è stato piccolo, perché i miracoli veri della vita di tutti son quelli senza visioni. Son quelli che ti permettono di dire: “il caso non esiste”, ma esiste una mano forte e buona che ti tiene in piedi, che ti rialza quando cadi; una mano un po’ ruvida dagli anni, che ti insegna, se non sei ancora capace, ad allacciarti le scarpe e a schioccare le dita. Il miracolo (senza esagerare) è quello di vedere ragazzi che pongono fine, ancor prima dei grandi, alla “guerra dei bottoni” così ancora diffusa in tutto il mondo, ad ogni latitudine.
Il più grande spettacolo dopo il big bang è vedere ragazzi, che molti giudicano superficiali, piangere dalla gioia. Nessuno parlava attorno al falò dell’altra sera. Eppure si era in centoquaranta. Ognuno teneva per mano almeno due persone. Così si era ancora una volta in tre. Numero perfetto, perché aperto all’altro. Aperto come un abbraccio, che non chiude per possedere, ma si apre per donare con gioia.
Cito I., educatrice ventenne:
"L'ultima sera chiedo a un ragazzo in lacrime ‘Perché piangi?’ ‘Sono triste perché il campeggio finisce!’ ‘Ma perché ti è piaciuto così tanto?’ ‘Per i volti nuovi, perché era UNITO’, ‘...ma anche se stai piangendo perché è finito, adesso sei più triste o felice?’, ‘FELICE!!!’"

Io e te...
che ci abbracciamo forte,
io e te, io e te...
che ci sbattiamo porte,
io e te, io e te...
che andiamo contro vento,
io e te, io e te...
che stiamo in movimento,
io e te, io e te...
che abbiamo fatto un sogno
che volavamo insieme,
che abbiamo fatto tutto
e tutto c'è da fare,
che siamo ancora in piedi
in mezzo a questa strada,
io e te, io e te, io e te!
[…]
che abbiamo fatto a pugni,
io e te, io e te...
fino a volersi bene,
io e te, io e te...
che andiamo alla deriva,
io e te, io e te...
nella corrente....io e te!
Che attraversiamo il fuoco
con un ghiacciolo in mano,
che siamo due puntini,
ma visti da lontano,
che ci aspettiamo il meglio
come ogni primavera,
io e te, io e te, io e te!

Il più grande spettacolo dopo il big bang
Il più grande spettacolo dopo il big bang
Il più grande spettacolo dopo il big bang siamo noi...io e te!


In questi giorni penso di aver capito un po’ di più da dove arriva la paura dell’altro, del diverso. Da dove proviene quella gelida diffidenza che fa sospettare di un altro uomo, che fa avere paura di uno che, a conti fatti, è come noi, io e te.
Il più grande spettacolo dopo il big bang è l’amore.

A chi c’era, a chi non c’era.
A tutti, ai piccoli e ai grandi GuerrieriDragone.
Grazie.





Ho preso la chitarra senza saper suonare,
è bello vivere anche se si sta male,
volevo dirtelo perché ce l'ho nel cuore,
son sicurissimo...amore!


Lorenzo Cherubini, Il più grande spettacolo dopo il big bang.



1 commento:

  1. Andre, ho finito di leggere questo post che avevo il sorriso stampato sulle labbra! Perchè... potrei scriverne un sacco di "perchè", ma credo che chiunque abbia vissuto un'esperienza simile a quella che hai raccontato possa sentirsi un po' toccato sul vivo dalle cose che hai scritto; a me sono proprio venute in mente una serie di situazioni apparentemente all'ordine del giorno ma che, con il senno di poi, posso senz'altro definire come "spettacolari". A pensarci bene poi sono proprio quelle che mi aiutano a ricordarmi sempre che i miracoli veri ci sono nella vita, anche se "senza visioni".
    Bellissima "analisi del testo", grazie!

    ...ah già; ora bisognerà esercitarsi su quelle delle opere d'arte! Dai che la aspetto!! :) :)

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