giovedì 3 maggio 2012

"NON LA PASSERETE LISCIA!"

Nei giorni scorsi si è finalmente concretizzato un desiderio che portavo nel cuore da tanto tempo: portare i ragazzi che il Signore mi ha affidato in uno dei luoghi che più ha segnato la mia vita e, in qualche modo, l’ha cambiata per sempre. Ho chiesto a loro, mesi fa, la disponibilità a visitare la città di Perugia, seguendo alcune orme, non tanto note, del santo di Assisi, il frate Francesco, poverello amico di passeri e lupi e di sorella nostra Povertà. Alcuni hanno risposto all’invito e siamo così partiti per capire in che modo complicarci un po’ l’unico ponte di vacanza nel calendario scolastico di quest’anno. Sono tornato insieme a loro dopo esserci stato dieci anni fa, quando avevo la loro stessa età, quando provavo le loro stesse sensazioni, quando mi divertivo nello stesso modo in cui si divertono loro, quando avevo le stesse paure, gli stessi sogni, la stessa voglia di essere felice. Li ho accompagnati, aiutato dalla preziosissima presenza dei loro educatori, sulle strade della celebre Gubbio, la città in cui il lupo è diventato più mansueto di un agnello, a scoprire la bellezza di alcune vite spese unicamente per l’unica cosa che conta, Dio. Vite abbondantemente donate a Lui, quasi “sprecate”, come l’olio di nardo contenuto in quel prezioso vasetto di alabastro, che l’amore di una donna non ha esitato a infrangere per onorare l’uomo da lei amato. Donne che da anni vivono un po’ nascoste dal mondo per cercare nel silenzio e nella meditazione l’Amore e la Luce che vengono solo da Dio. Amore e Luce che uscivano dai loro occhi e che hanno illuminato per più di un’ora quei ragazzi un po’ stanchi da un viaggio iniziato quando ancora il sole non era sorto. Amore e Luce che li ha resi un po’ più belli. Perché l’Amore e la Luce che vengono da Dio, se respirati anche solo per un istante, donano la bellezza del cuore e anche del volto. Non lo dico io, che posso essere di parte nei loro confronti. Lo hanno detto proprio loro, queste due piccole sorelle del Signore, che vivono alla maniera di santa Chiara. Lo hanno detto anche quelle gentili persone che hanno cucinato per noi e quelle che ci hanno ospitato presso un monastero, in cima a un ripido monte. Lo ha detto anche un semplice e anziano fraticello, che seppur non proprio intonato, ha saputo ricordaci che “son più pericolosi i lupi a due gambe di quelli a quattro”. E, di questa bellezza che li ha un po’ cambiati, se ne sono accorti anche loro. Li ho visti attenti, anche a tarda sera, dopo una giornata davvero faticosa, quando due frati li hanno provocati a riflettere su quanta dignità ha la loro vita: “tu sei un re!”, “tu sei una regina!”, non si spreca la vita di un re o di una regina, ma si farà di tutto per renderla preziosamente bella e piena! 
Non so cosa abbiano ritenuto più importante in quei tre giorni. A vederli più belli, più buoni, più veri mi sono commosso e ho potuto dire grazie a quel cielo, che ancora una volta, dopo dieci anni, mi ha riempito la vita di doni, anche inaspettati e un po’ casuali. Ma se è vero - come è vero - che il caso non esiste, il nostro grazie sale ancora una volta a quell’Amore che dal cielo continua a riempirci la vita di gioia.



Grazie, Perugia! 
Grazie, ragazzi!  
E grazie a te, frate Francesco!


3 commenti:

  1. è bellissimo accompagnare i ragazzi sulle strade che abbiamo già percorso e che ci hanno in qualche modo segnato, è la cosa che più mi incanta da quando ho iniziato a fare l'educatrice: da una parte torno indietro nel tempo, dall'altra vederli vivere, crescere e camniare mi serve per ricordarmi che "accidenti anche a me è capitato questo!"
    non sapevo della tua passione per l'umbria e il santo di assisi... a questo punto sono sicura che - e per una volta non te lo dico con ironia - ti piacerà tantissimo la mia tesi andre!!
    (quando te la rivelerò..)
    ;)

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  2. Grazie, Francesca!
    Perché sei inconfondibilmente tu!

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  3. beh... questa era palese dai! :) appena lo capisco bene io, ti dico l'argomento della tesi!! ;)

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