sabato 3 luglio 2010

VALIGIE

È la sera prima della partenza. Una nuova partenza.
Ho lasciato la mia mongolfiera con i motori ancora accesi. Ieri ho concluso una breve, ma intensa e bella avventura. I miei compagni di viaggio: bambini, ragazzi e adolescenti. Per tre settimane, su un campo di sabbia rossiccia. Tanta polvere e sudore. Del resto è il cibo e la bevanda di chi vuole lavorare in questa milanese vigna.

Ho lasciato i “miei” ragazzi, una vera e propria task force di animatori, consegnando nelle loro mani alcune parole. Scritte. Per non essere prolisso. Li ho già riempiti di tante parole. Chissà che noia!
Ho voluto regalare loro le ultime frasi di un libro straordinario. La storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare.

Con loro ho fatto pochi passi. Pochi scalini del campanile. Magari un giorno arriveranno in cima, accanto alle campane. Sicuramente avranno paura. È umano averla.
Avranno paura la sera prima della maturità. Avranno paura quando il primo giorno di liceo nessuno si vorrà sedere da parte a loro. Temeranno terribili debiti (o rimandi a settembre). Tremeranno quando si innamoreranno. Ma quella non sarà più paura, quello sarà amore.
Allora si innamoreranno. Di giocare a calcio, di perdere tempo con gli amici, di fermarsi di notte, in piazza o su un prato, a guardare le stelle. Si innamoreranno di una ragazza, che farà battere il loro cuore o di un ragazzo che le farà sognare. I sogni. Sì, anche i sogni.
Paura, amore, sogni…





Ma un bel giorno si lasceranno andare. Spiccheranno il volo verso il loro futuro. Proprio come Fifì. Allora saranno uomini, allora saranno donne. Veri uomini e vere donne. Se sapranno camminare sulla terra senza farsi atterrare da nessuno e se sapranno guardare al cielo non come a un grande nemico dal quale scappare ma come il luogo verso il quale volare con coraggio! Osate! Vola solo chi osa farlo!
Ve lo auguro, ragazzi. Buona vita, e grazie!

aNdRe

QUOTATION: “Guardi prima a destra o a sinistra, quando attraversi la strada?” “Ma che domande: si guarda sempre prima a Sud!” Giuseppe…

1 commento:

  1. Bellissimo quel libro, anche se a volte il suo messaggio è più arduo di quanto la sua semplicità voglia far intendere... Aprire le ali, sbatterle, saltare e prendere il volo... sì, questo è quello che si deve fare, ma così come Zorba non aveva le ali per poter volare, così Fortunata aveva bisogno di Zorba per poterci riuscire (e Zorba del poeta). Ed è qui il nostro limite... ognuno di noi ha sempre bisogno di qualcosa o qualcuno, è questo che ci rende fragili, ma forse è anche in questo che possiamo trovare la nostra forza perchè se davvero riuscissimo ad aprirci agli altri incondizionatamente e con il nostro cuore in mano e non come accade sempre con le maschere sul volto, bhe allora potremmo soffrire anche di più (è vero) ma la vita forse sarebbe più degna di essere vissuta!

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