giovedì 16 dicembre 2010

din, don, DAN!

Potrei scriverlo sul facile profilo di Facebook.
Ma scriverlo su Diapason per me, oltre che più semplice, è anche più vero.
Ci siamo dis-abituati a scrivere. Lo dicono in tanti, prof in testa. Colpa, anche, del libro delle facce. Almeno con msn si aveva l’illusione della possibilità di un blog, riempito il più delle volte da forme arcaiche di post facebookkiani, ma c’era la fatica del dover pubblicare qualcosa da creare. Ci scappava sempre qualche parola scritta. Ora non più. Non si scrive più nulla. Sembra sufficiente condividere, taggare o altre parole strane, entrate a far parte del nostro vocabolario.
È un peccato, un vero peccato. Di quelli che ci si dovrebbe andare a confessare!
La cosa che volevo scrivere è che oggi, la mia prof di lettere del liceo, La Prof, mi ha fatto ancora sognare.
Grazie, prof!

Tutto qui?
Si, tutto qui!

6 commenti:

  1. L'esteriorità non è altro che una stupida copertina, ma se si riuscisse a colpire già solo con questa si avrebbe più possibilità d'esporre come mercanzia, bancarella illegale (nonchè insolita) quella meraviglia celata dentro di noi.
    Mentre tutto scorre, di sfondo. (si parla già di oggetti mercanzieri)

    RispondiElimina
  2. A me scrivere è sempre piaciuto, dai temi delle elementari ad adesso; ogni tanto scrivo lettere. Penso che uno dei motivi per cui a volte siamo un po' restii a farlo è il fatto che le parole scritte pesano di più di quelle dette, una volta che metti qualcosa bianco su nero...di fatto rimane li per sempre. Poi ovviamente dipende da cosa scrivi, ci sono state delle volte dove mi sono dovuta fare quasi un po' "coraggio" prima di farlo, altre in cui mi sono chiesta se davvero quello che pensavo "se lo meritava" di essere fissato giù.. boh!?
    Nel dubbio continuiamo a scrivere! ;)

    RispondiElimina
  3. Esteriorità: al mio paese i fanciulli venivano cresciuti a pane e "coraggio!" (tra virgolette, perché era un'esortazione detta e ridetta, in ogni occasione). Allora..coraggio!
    Lasciamo le copert-ine a Linus e tiriamo fuori i bei tesori (meglio che "mercanzie") che tutti, tu compreso/-a, ci portiamo dentro.

    Anonimo(a): sono contento che scrivi queste cose. Soprattutto quando parli del fatto che le parole restano (nero su bianco e non bianco su nero, a meno che tu non scriva solitamente su una lavagna!, come succede a scuola). Il coraggio, come dicevo ad Esteriorità è assolutamente necessario in chi vuole tirar fuori ciò che ha dentro (tirar fuori, ex-ducere, educare hanno lo stesso significato), ma anche in chi è chiamato ad aiutare altri a farlo. Grazie per questo tuo commento. È di aiuto (penso non solo a me).

    RispondiElimina
  4. A volte le persone scrivono ciò che non riescono o non possono dire.
    A volte, spesso, scrivere mi "salva". Per me diventa quasi uno sfogo. Anche senza il quasi. Un modo per tirar fuori per iscritto quello che ho dentro. Parecchie volte, un modo per chiedere aiuto a un amico, quando non so (o non posso!!!) farlo di persona. Spesso, un modo per condividere ciò che custodisco dentro.
    Anche se poi ci sono quelle volte in cui anche scrivere sembra chiedermi troppo, e allora sì che "mi sono dovuta fare quasi un po' coraggio prima di farlo"! E quando sento quell'esigenza di condividere i miei pensieri con quell'amico o amica ma non riesco a farlo, quando mi sento quasi frenata da qualcosa di fronte al computer, quando non riesco a prendere in mano una penna o quando non riesco a digitare un sms, e quando, nel mio piccolo, mi sento vittima del "blocco dello scrittore", allora ho la sensazione di non riuscire a stare al passo con il mondo. Ho la sensazione che sia più facile tacere e isolarmi piuttosto che dire cosa, come, dove, quando e perchè. Ed è un peccato, un vero peccato. Di quelli che ci si dovrebbe andare a confessare!
    Sì, il coraggio è necessario ... e riuscire a scrivere è bellissimo. E quasi mi manca quando non riesco a farlo. Scrivere ha quel qualcosa di magico: metti nero su bianco e subito dopo, nello stesso istante in cui clicchi INVIO, o metti l'ultimo punto e posi la penna, o leggi "messaggio inviato" sullo schermo del cellulare, in quello stesso istante ti senti già meglio, più leggero. Ti senti meno solo.

    A volte le persone scrivono ciò che non riescono o non possono dire.

    RispondiElimina
  5. Verum est anonimo. Ci vorrebbe tanto coraggio!
    Andre, apprezzo l'etimologia! ;)
    Spesso scrivo anch'io, per rivelare tutto ciò che vive dentro di noi. E' un modo affascinante.
    Nel mio caso, sintomo anche di poco coraggio.
    Luca

    RispondiElimina
  6. Grazie Anonim-a per la tua confidenza. Mi pare di capire che quello che fai quando scrivi ti dia forza. Continua!!
    Luca: stai proprio crescendo (bene!), scrivi anche in latino!
    Mi piace questa comunicazione che si crea tra commenti. Spero sempre che queste brevi parole possano essere d'aiuto non solo a me stesso.
    Buon Natale ancora a tutti voi!!

    RispondiElimina