domenica 6 giugno 2010

MURO GIALLO, MURO ARANCIO

Uno non ci pensa neanche. Neppure gli viene in mente di poter trovare gente pronta ad accoglierti in casa, senza farsi troppi problemi. Aggiunge una sedia al tavolo e urla in cucina: “un piatto in più!”.
E il pranzo ha inizio!
Entri in una casa, in una famiglia di cui non conosci nessuno. Tutti si presentano e, immediatamente, non ti ricordi più i loro nomi. Ma ti fidi, certo che ti fidi. Senti già da subito che sei il benvenuto, sei uno sconosciuto benvenuto. Tutti vogliono dirti qualcosa di loro: le mamme quanto è difficile star dietro ai figli e sopportare i mariti, i mariti come lo è con le mogli. I figli… beh, si capisce cosa gli riesce difficile.
Tutto, come se fosse lì preparato da sempre, è per te. C’è addirittura la domanda sul “cosa non ti piace mangiare?”. Gratuita cortesia in aggiunta al gratuito invito per un pranzo altrettanto gratuito.
“Peperoni e cetrioli”. Un sospiro per lo chef, assolto dalla possibile colpa di aver cucinato qualcosa di non gradito. Il sorriso è immediato e anche la sensazione di essere voluto bene. Perché?
Davvero l’amore è dappertutto, come dice quel tizio nel film… e penso anche io, insieme a lui, che se uno si sforza di cercarlo e di vederlo è davvero possibile trovarlo. In strada, al supermarket, a scuola, al lavoro... Al di là dei formalismi, che spesso non sono solo tali, si trova molto più amore che odio, molto più bene che male: di cosa lamentarci?

Risposta: dei ROMPISCATOLE!!

aNdRe

QUOTATION: “È solo una breve sequenza programmatica in una generale assenza di programmazione” Jean Luc Nancy in L'intruso

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