domenica 5 febbraio 2012

FEBBRE

Nella vita ci sono periodi positivi e periodi negativi, tempi felici e tempi meno sereni. Fasi up e fasi down. Non è vero dunque che va sempre “tutto bene!”. Che ipocrisia di facciata la risposta cortese: “tutto bene, grazie!”, quando in realtà il mondo ci sta cadendo addosso! Quanta fragilità nascosta in certe risposte, che dicono poca fiducia negli altri, che ci fanno sentire ancora più deboli, ancora più “pecore nere”, come se la fragilità, i problemi, le malattie, le cose che non vanno, colpissero solo noi. No, non è proprio così! Non siamo gli unici a voler fuggire dalle tenebre. La vita di tutti è piena di ombre, per questo abbiamo fame di luce e di amore. E quando questa luce e questo amore arrivano nella nostra vita, ci si risveglia come da un lungo e tremendo incubo, dal quale vogliamo scappare velocemente e ritornare a vivere.
 Quando la luce e l’amore entrano (o ri-entrano) nella nostra vita ci si sente tutto ad un tratto come guariti da una febbre, che aveva tolto le forze fisiche, che aveva tolto la voglia di stare con gli altri, di essere importante per qualcuno. 
Chissà, forse la febbre che aveva colpito la suocera di SimonPietro le aveva tolto anche la voglia di amare i suoi cari e l’infermità la stava a poco a poco uccidendo. 
Ciò che colpisce è la premura e il bene che si intravede nei gesti di Simone, di Andrea e degli altri due discepoli di Gesù, che “subito”, con quella rapidità che solo l’amore permette, gli parlano di lei. Quella donna, così inferma, così immobile, così paralizzata dalla sua malattia, può contare sulla presenza e sull’intercessione di qualcun altro, che può parlare di lei al Maestro. Non inizia forse da qui la sua salvezza? 
Mi viene da paragonare il gesto buono di questi uomini che portano a Gesù una malata (anche se in questo caso il movimento è l’opposto, in quanto Gesù viene portato dalla malata) alla determinazione e alla fatica fatta dai barellieri del paralitico calato dal tetto della casa. Scena simile, grande premura e affetto per quel loro amico. Gesù, di tutto questo, nota la grande fede di quegli uomini, che permette loro di compiere quel gesto di amore. 
Ecco allora un segreto per guarire dal male: la bellezza di una fede capace di fare fatica per gli altri, che non ha vergogna di nascondere le proprie fragilità, che ci mette la faccia davanti a tutti e con semplicità riconosce il proprio limite. Ma, più di tutto, una fede capace di rivolgersi al maestro giusto: anche i demòni, infatti, conoscono Gesù, ma a differenza della gente normale, che si rivolge a lui per farsi aiutare, non hanno mai avuto l’umiltà di farsi guarire il cuore da lui. E continuano a tormentare la vita degli altri.
Forse il vangelo di questa domenica ci insegna che i miracoli possiamo compierli anche noi, senza aspettare troppe magie che risolvano dal nulla i nostri problemi. A noi è data la possibilità di rivolgerci all’unico Maestro che ci insegna il vero amore e di prenderci cura gli uni degli altri, nelle nostre tante ombre che rimangono fino ad oggi piccole mancanze di Luce e di Amore, le più potenti medicine che salvano la vita.


4 commenti:

  1. eh già; se va sempre tutto bene, c'è decisamente qualcosa che non quadra. Riesco un po' meno a spiegarmi perchè a volte "il febbrone" ce lo teniamo apposta, anche se riconosciamo che non ci fa vivere bene e che per iniziare a farlo "scendere" basterebbe solo fare un passo perchè poi il resto viene un po' da se (o dagli altri). penso che metaforicamente parlando per me chiedere aiuto equivalga altro che a un passo, alla scalata di una montagna!
    Per fortuna però il signore ti fa sempre capitare attorno qualcuno con cui scalare le nostre montagne, anche se ci possono volere anni..!

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  2. http://www.youtube.com/watch?v=Nad0Zfb0WTI


    "<>
    <>"

    Se l'invidia fosse febbre, tutto il mondo ce l'avrebbe.

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  3. Nonostante il triplo anonimato, ringrazio ciascuno di voi. Perché parlate più di quanto quell' "anonimo" nasconda!

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