venerdì 3 giugno 2011

BICICLETTA

«Andate», dici a ogni svolta del Vangelo.
Per essere con Te sulla Tua strada occorre andare,
anche quando la nostra pigrizia ci supplica di fermarci.

Tu ci hai scelto per essere in un equilibrio strano.
Un equilibrio che non può stabilirsi né tenersi
se non in un movimento,
se non in uno slancio.

Un po' come una bicicletta che non sta su senza girare,
una bicicletta che resta abbandonata contro un muro
finché qualcuno non la inforca
per farla correre veloce sulla strada.

La condizione che ci è data è un'insicurezza vertiginosa,
universale.
Non appena cominciamo a guardarla,
la nostra vita oscilla e ci sfugge.

Noi non possiamo star dritti se non per marciare e tuffarci
in uno slancio di carità.
Tutti i santi che ci son dati per modello,
o almeno molti,
sono vissuti come degli assicurati,
- una specie di Assicurazione spirituale che li garantiva
contro rischi e malattie,
che prendeva a suo carico anche i loro parti spirituali.
Essi avevano tempi ufficiali per pregare
e metodi per fare penitenza, tutto un codice di consigli
e di divieti.

Ma per noi
è in un liberalismo un poco pazzo
che gioca l’avventura della tua grazia.
Tu ti rifiuti di fornirci una carta stradale.
Il nostro cammino avviene di notte.
Ogni azione da compiere di volta in volta
si illumina come le luci dei segnali.
Spesso la sola cosa garantita è questa fatica regolare
dello stesso lavoro da fare ogni giorno,
della stessa vita da ricominciare,
degli stessi difetti da correggere,
delle stesse sciocchezze da non commettere.

Ma, al di là di questa garanzia,
tutto il resto è lasciato alla tua fantasia
che si scatena a suo piacimento con noi.

(Spiritualità della bicicletta, in Che gioia credere - M. Delbrêl)





E così, dentro tutto quello che pare renderci instabili, la vita continua a chiamarci.
Non ci resta che pedalare!
Tutto il resto è Sua fantasia.

Perché limitarla?

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