giovedì 28 aprile 2011

DECALCOMANIE DECORATIVE



Roba da non crederci. Appunto.

Ogni tanto si va a Roma. Per me andare a Roma vuol dire, tra le tante cose, respirare a pieni polmoni e con gli occhi aperti. Non so il perché. Ma da quando capisco di essere al mondo, ogni volta che tocco il sacrosuolo dell’Urbe, mi pare di essere in un luogo che mi appartiene, una sorta di seconda (o terza) casa. La stessa sensazione l’ho provata durate i due viaggi a Gerusalemme.
Gerusalemme e Roma. Città eterne. Città sante.
Ogni tanto si va a Roma, dicevo, e la compagnia cambia ogni volta.
Ogni tanto qualcuno accompagna me.
Ogni tanto io accompagno qualcuno.
Quest’ultima volta i compagni di viaggio erano gli abitanti della periferia della terra di mezzo umana, cioè i pre-adolescenti. Qualcuno li chiama P.A..
Sigle strane, usate forse per superare l’imbarazzo di un troppo stretto “bamb-ini” o di un troppo diminutivo “ragazz-ini”. Chiamarli “ragazzi” è colloquiale, ma pare il vestito più adatto a loro, che in verità si sentono tremendamente spinti verso l’età adulta (forse molto di più di certi adolescenti patentati), ma ancora, più o meno palesemente, bisognosi di una tata o di un tato che li aiuti a trovare nella borsa da viaggio le loro mutande, diligentemente piegate e riposte dalle loro mamm-ine.
Di questi piccoli cuccioli d’uomo colpiscono tante cose: i vestiti, la pettinatura, il modo di camminare, di parlare, di urlare!, di mangiare, di sentirti ma non sempre di ascoltarti, di seguirti per strada se sai entrare in sintonia con loro e con i loro interessi. Di ascoltare musica!
La musica che ascoltano questi ragazzi è forse la cosa che mi ha lasciato più stupito di questi tre giorni romani. Ci aspettavamo (perché non ero il solo a pensarlo) che le loro preferenze cadessero su tutte le variazioni cromatiche del fibroso rapfuturisco, del rimoso hiphop statunitense, della dance più inflazionata del momento. Tutta roba bella ritmosa e… e forse basta.
E invece… ? E invece no.
Il loro gusto cade sulla profondità, sulla comprensione del testo. Per questo la predilezione statistica per i testi italiani (English teachers sveglia!!!), per i cantautori di anni passati, per la poesia musicale, per le rime non messe lì a caso per riempire la durata di qualche battuta, ma perché sanno dire, come nulla riesce, ciò che si prova. Per questo la loro passione per la musica, per imparare a suonare uno strumento, che permette a chi ci prova e riesce di fissare nella realtà la musica che vede con gli occhi e che si sente addosso (concetto indescrivibile a parole per i non musicisti!).
Come non accorgersi di questo loro interesse e non tenerne conto, in futuro, per comunicare con loro, per farli appassionare alle Cose che loro stessi ricercano in quelle note così “vecchie”, ma sempre capaci di parlare, per farli innamorare della Vita?

Volevo citare, come conclusione del post, una cosa che ho sentito in radio Domenica sera, prima di partire per Roma. Siccome sono abbastanza impedito e, tra l’altro, non so nemmeno se si possa linkare quei tre minuti di programma, trascrivo tutto condividendo il video che ha fatto da conclusione a quella lettura. Non so perché abbia(-no) scelto quella canzone, ma è andata così. Leggere e ascoltare.

Che vita!


«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro,
oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro.
Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita,
di quello che mangerete o berrete,
né per il vostro corpo, di quello che indosserete;
la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono,
né raccolgono nei granai;eppure il Padre vostro celeste li nutre.
Non valete forse più di loro?
E chi di voi, per quanto si preoccupi,
può allungare anche di poco la propria vita?
E per il vestito, perché vi preoccupate?
Osservate come crescono i gigli del campo:
non faticano e non filano.
Eppure io vi dico che neanche Salomone,
con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro.
Ora, se Dio veste così l’erba del campo,
che oggi c’è e domani si getta nel forno,
non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
Non preoccupatevi dunque dicendo:
“Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”.
Non preoccupatevi dunque del domani,
perché il domani si preoccuperà di se stesso.
A ciascun giorno basta la sua pena».





p.s. il titolo non c’entra nulla, ovviamente. È che oggi la mia nonna mi ha chiesto come si applicassero quelle “decalcomanie”, comprate da lei a metà degli anni Settanta, in non so quale negozio di casalinghi.
Anzi, a pensarci meglio, so bene in quale negozio di casalinghi le ha comprate...


1 commento:

  1. Il seme se trova qualità e clima favorevole porta frutto. Anche in tre soli giorni, anche se porta etichetta P.A. La sfida sta tutta nel saper offrire le due pregiate condizioni..

    Anni '70: La Romana si arricchiva.
    Anni '11: Roma ti arricchisce. La Romana continua ad arricchirsi.

    Welcome to Hotel Lainate. The Toyland.
    Mx

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