"Il desiderio della perfezione è un grado della perfezione stessa, quindi coraggio e avanti con fiducia nella grande ascesa. Nel caso ch’io ti rimanessi addietro non mi disprezzare. Non sono ancora in salita, ma nutro ogni giorno desiderio di salire, di migliorare, di essere meno cattivo; è appunto per questo che mi sono fatto missionario ed è per questo che godo della mia fatica e desidero raccogliere, raccogliere gente a Dio, per riparare e purificarmi. Spesso pensando a quel che sono mi pare d’essere veramente un “minus habens”, un “minorato nella vita spirituale” ed ho compassione io stesso di me stesso. Mi sembra poi un’ironia fine quelli che mi scrivono: “Oh, lei è missionario, lei ha donato tutto, lei va in paradiso dritto come un fuso…”. Poverini! Iddio perdoni, siamo tanto distanti, non vedono nulla e credono chissà cosa. Credimelo, io pure ho da combattere ogni giorno con me stesso, ed a volte vinco ed a volte perdo. Una vera altalena, a volte mi gonfio come un pallone, alle volte sono spremuto come un limoncino".
C. Vismara, Lettere dalla Birmania
“Gloriam praecedit humilitas. Humilitas alta petit”
RispondiEliminaè consolante e al contempo incoraggiante. Tutti in cammino, da soli ed insieme. Tutti sconfitti e vincitori. La meta è quella, alta, bella desiderabile. E a volte la vita contrasta con i colori scelti dall'artista e il pennello si intinge di nero opaco. Liberi nella nostra libertà, così rispettati. Non possiamo che lanciarci fiduciosi in quella necessità che si chiama Salvezza e viene da un'Altro.
RispondiEliminaPaolo