venerdì 20 agosto 2010

SVEGLIA GRIGIA



Ci sono mattine in cui la sveglia suona note brillanti e gioiose. Sono giornate piene di cose da fare, ricche di incontri piacevoli, piene di impegni e soddisfazioni in agenda.
Ci sono mattine in cui la sveglia suona note assonnate. La sera si fa tardi, per dovere o piacere, e gli sbadigli che aprono il giorno dicono la nostalgia di un cuscino e di un comodo materasso, più che il saluto al sole che sorge.
Ci sono mattine in cui la sveglia rimane in silenzio. E in genere queste sono giornate in cui hai un sacco di cose da fare e hai un sonno bestiale!

Oggi, per esempio. La mia sveglia è rimasta a dormire.
Penso abbia guardato il colore del cielo.
E appena alzato, appena guardato il colore del cielo, anche io sono diventato di quel colore.
Né bianco né nero, né carne né pesce.
Nemmeno l’idea di un “intervallo” da questo secondo tempo di estate è riuscito a convincere la tavolozza dell’umore a colorarsi un po’.
Se avessi dovuto suonare una nota, di sicuro avrei suonato un Do.
Bemolle!

Eppure, a metà mattina, la sorpresa: la possibilità di incontrare un uomo straordinario, un anziano, un saggio. Testimone di quasi un secolo di storia, amico di grandi uomini, compagno di viaggio di grandi-buoni uomini. Occasione da non perdere!
Chiedo il permesso di salutarlo. Permesso accordato.
Entro in casa sua e sento il profumo di una casa viva. Manca un’ora al pranzo. Mi affaccio alla porta dello studio e subito quest’uomo, novantacinquenne, scatta in piedi e mi abbraccia per salutarmi. Con il sorriso mi chiede il nome e scherzando, con una mano sventolante, educata e simpatica, dice a un giornalista che lo stava intervistando: “Ora via, ho una cosa più importante da fare!”.
Un po’ imbarazzato mi accomodo al tavolo e subito rimango incantato dalle sue parole, dalla sua convinzione, dalla sua giovinezza.
A separarmi da lui un tavolo e settantadue anni di vita.
Mi legge un biglietto di auguri che ha scritto per un suo amico, mi legge un pezzo della prefazione di un suo libro.
Mi dona tre quarti d’ora di straordinaria e pura sapienza umana e cristiana.
Parliamo dell’individualismo, parliamo della violenza, dell’indifferenza alla crisi che ci colpisce.
Parliamo del sorriso necessario a vincere il grigio che copre la nostra società.
[Alt!! .. Sorriso? Grigio?]
Mi parla del suo maestro e ispiratore, della sua bontà, della sua affabilità.
Mi parla di quante persone non vogliono più sperare, più credere, più amare.
E di come lui, alla sua età, si presta a supplire le loro mancanze, sperando, credendo, amando per loro.

Mi scusi, ma se durante il giorno fa tutto questo, a che ora si alza al mattino?
Beh, abbastanza presto, alle tre e mezzo!

Un sorriso, un abbraccio.
Arrivo anche oggi a un Si.
Diesis!


QUOTATION: "La psicologia del profondo non è congeniale ai Cesari imperatori" G. Scerbanenco

2 commenti:

  1. BELLOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO ANKE A ME CAPITA SEI GRANDE!!!!! COMPLIMENTI!!!!! <3 <3 <3

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  2. Quello del bar Mario!24 agosto 2010 alle ore 03:57

    Oggi proprio giornata grigia.....speriamo nella prox!!!
    Cmq veramente bello il blog!

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