martedì 7 dicembre 2010

MOKA



Sarà anche buono il caffè che fanno al bar. Non lo metto in dubbio.
Anche quello che ultimamente viene chiamato il caffè "con le cialde".
A mio modesto parere la moka rimane la regina assoluta.
Fare il caffè con la moka non è fare il caffè "più in fretta". Come se il caffè fosse un precetto da assolvere: "devo prendere il caffè, lo faccio il più velocemente possibile..".
"Fare" il caffè, prepararlo, a casa, con la moka, è un vero e proprio rito.
C'è una preparazione. C'è l'acqua, l'aria, il fuoco e in qualche modo parte della terra.
C'è un'attesa, accanto al fuoco. Presso quella magia ogni senso viene investito.
Il profumo ti invita, il rumore, quel gorgheggiante suono di caffè pronto da bere, scalda ogni cosa. Il calore della bevanda amara addolcisce ogni risveglio, anche quelli più freddi, anche quelli che (speravi) potessero avvenire almeno cinque o sei ore dopo l'esserti coricato.
Non ci sarà la crem-ina dell'espresso: ma chissenefrega. Il gusto, per me, sa di casa, di affetto, di premura di chi ti vuole bene.

Ricordi di ieri e speranze per oggi: buona giornata a tutti!


2 commenti:

  1. sei un vero poeta. i poeti vivono delle piccole cose!
    anch'io tempo fa riflettevo sul caffè, e anch'io concordo, la moka e il suo "rito" è un vero e proprio atto di creazione!

    P. S. in particolare mi piace servirlo in un completo da caffè con tazzine colorate in stile con i piattini e magari assieme ad un cioccolatino.

    ;)

    we are golden!

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  2. Grazie, Andre!
    Nonostante tutti i diminutivi che hai usato, tazz-ine, piatt-ini e, soprattutto, cioccolat-ini piacciono molto anche a me.
    Manca solo la compagnia per berlo. Non so se mi spiego..
    We are golden: always we are!!

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