domenica 18 dicembre 2011

VICINO E POSSIBILE

Ormai ci siamo accorti tutti che il Natale si sta avvicinando sempre di più: mancano solo sette giorni e da un paio abbiamo iniziato anche la Novena che ci accompagnerà fino alla notte santa, tra una settimana esatta! 
E' vero che il Natale si sta avvicinando sempre di più a noi. Forse però sarebbe più corretto dire che siamo noi che ci stiamo avvicinando a questo giorno così speciale dell’anno e in questa ultima Domenica di Avvento vogliamo avvicinarci un po’ di più insieme a una persona davvero speciale. 
Se Gesù, che è il Figlio di Dio, è una persona speciale, non ci possiamo dimenticare di quella persona senza la quale Gesù non sarebbe neppure nato. Ed è la sua mamma, Maria! 
Maria, forse, è la persona che più di tutti è stata vicino a Gesù, così vicino che lo ha avuto anche dentro di lei per nove mesi, quel tempo necessario per aspettare che un bambino nasca e venga alla luce. Ma se è vero che tra qualche giorno ricorderemo gli eventi successi nei giorni della nascita di Gesù, è anche vero che il brano di vangelo che abbiamo ascoltato oggi (Lc 1,26-38) ci riporta un po’ indietro nel tempo: precisamente nove mesi prima la nascita di Gesù. 
Possiamo farlo anche noi questo esercizio di fantasia, per comprendere meglio il contesto e immaginarci la scena di questo incontro tra l’angelo Gabriele e questa giovane ragazza di Nazaret. Se i calcoli degli studiosi della Bibbia sono corretti, Gesù sarebbe nato davvero in questo periodo dell’anno, che noi chiamiamo Dicembre, e quindi il giorno in cui Gabriele è apparso a Maria, per portarle la notizia più bella della sua vita, dovrebbe essere durante il mese che noi chiamiamo Marzo. 
Nel mese di Marzo, ogni anno, incomincia la primavera, che noi chiamiamo "la bella stagione" perché la natura ri-comincia a fiorire e la vita ritorna visibile in un mondo che è rimasto durante i mesi freddi e bui dell’inverno, addormentato, un po’ in letargo e un po’ morto. 
L’angelo del Signore porta a Maria in primavera, in giorni pieni di gioia, di colori, di allegria, di speranza, una notizia straordinaria: “concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo... e il suo regno non avrà mai fine!”. E’ davvero una notizia speciale, che nessuno, tanto meno Maria, si aspettava di ascoltare!  
Tutto il racconto, sembra avere un po’ dell’incredibile: una giovane ragazza, forse di quindici, sedici anni; un messaggero che si presenta come un angelo di Dio, un angelo mandato dal cielo che raccomanda di stare allegri: “rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te”, dice Gabriele a Maria un po’ turbata, un po’ impaurita da quel saluto per lei senza senso; e poi c’è la rivelazione di tutte le rivelazioni, la notizia più strana e scandalosa di tutti i secoli: Dio ha deciso di nascere sulla terra, di nascere con il corpo di uomo e di scegliersi la sua mamma! Quello che per noi è abbastanza normale, perché sappiamo bene che Gesù è un uomo vero, per Maria, quel giorno non deve essere stato molto semplice da ascoltare, perché a quel tempo, la gente si immaginava Dio come un essere irraggiungibile, che abitava in chissà quale posto nell’universo. A volte invece, alcuni uomini hanno avuto la pretesa di rinchiudere Dio in un posto preciso, pensato e costruito da loro. Come è successo a Davide, il giovane re del popolo di Israele che preso da un grande amore per il Signore, fa una promessa un po’ difficile da mantenere, quella di non dormire più fino al termine della costruzione del tempio a Gerusalemme. Un proposito troppo alto, come a volte ci capita di fare anche a noi, promettendo al Signore tante cose, sicuramente tutte buone e sante, ma che facciamo davvero tanta fatica a rispettare. Allora, forse è meglio capire bene cosa manca ancora nella nostra vita e, a poco a poco, cercare con l’aiuto del Signore di raggiungere quella meta, senza volare troppo in alto, tenendo i piedi per terra! 
Maria, i piedi per terra li aveva ben saldi, ma aveva imparato fin da piccola che non bastava avere i piedi per terra, che occorreva anche saper guardare in cielo, bisognava nella vita avere tanta fiducia in Dio e a volte avere anche il coraggio di credere in cose straordinarie. Perché Dio non è uno come tutti gli altri: Dio è straordinario! E chi è straordinario è capace di fare grandi, grandissime cose. 
Per questo verso la fine di quella chiacchierata, in quel giorno di primavera, Maria chiede all’angelo non tanto come sarebbe potuto succedere una cosa così, come se non ci credesse veramente, ma il modo in cui concretamente Dio aveva pensato di farle visita. Maria, insomma, è davvero curiosa e non vede l’ora di guardare con i suoi occhi quanto Gabriele le stava annunciando. 
Anche noi siamo curiosi come lei? 
Anche noi non vediamo l’ora di guardare quel bambino, che sarà chiamato “Figlio dell’Altissimo”?
Anche noi siamo capaci ancora oggi, dopo duemila e undici anni, di continuare a guardare il cielo con i piedi per terra? 
Se a queste domande vogliamo dare una risposta, non ci resta che vivere questa settimana, come abbiamo già imparato a fare negli scorsi giorni: stando attenti che la nostra vita sia il più semplice possibile, per arrivare domenica notte ad accogliere Gesù Bambino, con il cuore contento e il sorriso sulle labbra. 

Maranatha! Vieni, Signore Gesù!

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