Uno non ci pensa neanche. Neppure gli viene in mente di poter trovare gente pronta ad accoglierti in casa, senza farsi troppi problemi. Aggiunge una sedia al tavolo e urla in cucina: “un piatto in più!”.
E il pranzo ha inizio!
Entri in una casa, in una famiglia di cui non conosci nessuno. Tutti si presentano e, immediatamente, non ti ricordi più i loro nomi. Ma ti fidi, certo che ti fidi. Senti già da subito che sei il benvenuto, sei uno sconosciuto benvenuto. Tutti vogliono dirti qualcosa di loro: le mamme quanto è difficile star dietro ai figli e sopportare i mariti, i mariti come lo è con le mogli. I figli… beh, si capisce cosa gli riesce difficile.
Tutto, come se fosse lì preparato da sempre, è per te. C’è addirittura la domanda sul “cosa non ti piace mangiare?”. Gratuita cortesia in aggiunta al gratuito invito per un pranzo altrettanto gratuito.
“Peperoni e cetrioli”. Un sospiro per lo chef, assolto dalla possibile colpa di aver cucinato qualcosa di non gradito. Il sorriso è immediato e anche la sensazione di essere voluto bene. Perché?
Davvero l’amore è dappertutto, come dice quel tizio nel film… e penso anche io, insieme a lui, che se uno si sforza di cercarlo e di vederlo è davvero possibile trovarlo. In strada, al supermarket, a scuola, al lavoro... Al di là dei formalismi, che spesso non sono solo tali, si trova molto più amore che odio, molto più bene che male: di cosa lamentarci?
Risposta: dei ROMPISCATOLE!!
aNdRe
QUOTATION: “È solo una breve sequenza programmatica in una generale assenza di programmazione” Jean Luc Nancy in L'intruso
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