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Lc 10, 13-16
Da altre parti è scritto che la gioia in cielo è più abbondante per un solo convertito, piuttosto che per novantanove che non hanno bisogno di conversione. Ma quel "guai a te", oggi, ci ricorda che non c'è alcun uomo sulla terra che non abbia bisogno di conversione. Anzi: quanto più siamo vicini alle "cose" di Dio, tanto più il cuore può abituarsi, può mascherarsi, illudersi di essere in una buona condizione, illudersi di essere capace di amare, illudersi di avere ragione. Un cuore così superbo, che si illude di non aver bisogno di conversione, non è un cuore capace di amare veramente. Ecco perché Gesù minaccia quelle città, che rappresentano tutti coloro che già credono in Dio e che probabilmente praticano anche qualche forma di religiosità, più o meno frequente. Gesù mette in guardia tutti noi chiedendoci di stare attenti ai miracoli che continuamente accadono sotto i nostri occhi. Miracoli che possiamo compiere e notare soltanto grazie alla fede, quel modo di guardare alla realtà con una grande fiducia in Dio Padre, che ci permette di andare al di là delle apparenze e di continuare a sperare.
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