
Lc 12, 35-38
Siate pronti!
Stare pronti. Sembra quasi un nuovo comandamento. Non il fare o il non fare qualcosa, ma l'essere in un determinato modo, il vivere in una certa maniera la propria vita. Da persone pronte. Tutto è preparato e a posto, non ci sono arretrati da recuperare. Quando si è pronti per fare qualcosa l'unica ansia che ci prende è quella di fare bene quella cosa. Solo allora le nostre energie migliori possono essere usate per portarla a termine. Altrimenti mille preoccupazioni ci rallentano e distraggono e la meta sfuma all'orizzonte: si accumula ritardo su ritardo, problemi su problemi, errori su errori.
Essere pronti vuol dire fare di tutto per avere gli occhi pronti a riconoscere il padrone che torna dalle nozze, pronti a riconoscere Gesù che passa nella nostra vita, per evitare il terribile rischio di dire "non lo vedo e finché non vedo non credo!". Essere pronti ci permetterà di sederci tutti insieme a tavola e di godere di quella gioia permessa dalla venuta del padrone di casa, il quale per noi si cingerà le sue vesti e passerà a servirci.
Questo è il nostro Dio: un Dio che ci chiede di essere pronti per poter gioire della festa che Lui prepara per noi.
Nessun commento:
Posta un commento